La squola di volo, dopo un avvio promettente, ha rischiato di chiudere i battenti.
Colpa della recessione.
Recessione della mente negli anfratti profondi.
Segno negativo del PIL dello stimolo.
Amnesia e distrazioni.
Pericolo di DEFAULT, la parola terrorifica dei mercati della finanza creativa. Fallimento.
Il termine creativo mi dà piuttosto noia, come un foruncolo sul culo. Così m'annoia la cucina creativa. Coi gusti strani, obbligatoriamente strani, è facile nascondere le magagne. Chi può dire che dietro la ricetta thaitiana non si nasconda una porcata raffazzonata?
Chi mi vuole sfidare lo faccia con i ravioli di magro fatti in casa. Non con le cagate creative.
Comunque, il pericolo, aihmè, non è del tutto scongiurato.
Anche quei pochi allievi del corso di volo erano distratti. Non capivano, infine, che prima di mettere mano alla cloche, bisogna studiare la teoria, venire preparati alla lavagna.
Fare tesoro, e anche critica, di ciò che l'istruttore dice.
Partecipare alle lezioni.
E la mia aula era miseramente vuota.
Ma non ci sono cattivi allievi, solo cattivi istruttori.
Quindi mi devo assumere le mie responsabilità.
Oggi, però, un segno.
Dopo una lunga notte al lavoro, stamane, già in pigiama, sono uscito sul balcone, berretto di lana ficcato sulle orecchie, caffè riscaldato e sigaretta.
Guardavo semplicemente la pioggia cadere.
Non pensavo a niente.
Poi, di colpo, Habib.
Mi sono sforzato tutta l'estate di ricordarmi il nome del cambiavalute sulla quinta strada, ad Abu Dhabi, dove lavorava Noemi.
Non c'era verso. Non avrei scritto di Noemi, allora.
Habib Exchange. I got it.
Beh è un segnetto. Forse scrivo forse.
Colpa della recessione.
Recessione della mente negli anfratti profondi.
Segno negativo del PIL dello stimolo.
Amnesia e distrazioni.
Pericolo di DEFAULT, la parola terrorifica dei mercati della finanza creativa. Fallimento.
Il termine creativo mi dà piuttosto noia, come un foruncolo sul culo. Così m'annoia la cucina creativa. Coi gusti strani, obbligatoriamente strani, è facile nascondere le magagne. Chi può dire che dietro la ricetta thaitiana non si nasconda una porcata raffazzonata?
Chi mi vuole sfidare lo faccia con i ravioli di magro fatti in casa. Non con le cagate creative.
Comunque, il pericolo, aihmè, non è del tutto scongiurato.
Anche quei pochi allievi del corso di volo erano distratti. Non capivano, infine, che prima di mettere mano alla cloche, bisogna studiare la teoria, venire preparati alla lavagna.
Fare tesoro, e anche critica, di ciò che l'istruttore dice.
Partecipare alle lezioni.
E la mia aula era miseramente vuota.
Ma non ci sono cattivi allievi, solo cattivi istruttori.
Quindi mi devo assumere le mie responsabilità.
Oggi, però, un segno.
Dopo una lunga notte al lavoro, stamane, già in pigiama, sono uscito sul balcone, berretto di lana ficcato sulle orecchie, caffè riscaldato e sigaretta.
Guardavo semplicemente la pioggia cadere.
Non pensavo a niente.
Poi, di colpo, Habib.
Mi sono sforzato tutta l'estate di ricordarmi il nome del cambiavalute sulla quinta strada, ad Abu Dhabi, dove lavorava Noemi.
Non c'era verso. Non avrei scritto di Noemi, allora.
Habib Exchange. I got it.
Beh è un segnetto. Forse scrivo forse.
Nessun commento:
Posta un commento