Ma chi me lo fa fare.
Perchè da tempo sento questo bisogno, che non è una voglia, è proprio un bisogno?
Di scrivere di quest'uomo. Sapendo quanto facile sarebbe scivolare lungo la china dell'esaltazione.
Sapendo che corro il rischio di essere superficiale.
Che l'argomento è spinoso. Assai.
Che è, per me, come mettermi su di una scialuppa e perdermi in un mare grande, di cui non si conoscono i confini.
Mi ha sempre affascinato.
Da quando ero ragazzino.
Da quando nonna Marille (Marille in tedesco significa albicocca. Ho avuto il grandissimo privilegio di avere una Nonna Albicocca), oramai molto vecchia e stanca, ascoltava con me le mie cassette con il registratore Philips, con unico altoparlante mono, e lo chiamava Modafil, per qualche assonanza misteriosa che sentiva nella testa. Modafil! come la famosa rivista delle sarte casalinghe.
Lui è un bugiardo. Un introverso.Un anarchico, anzi sicuramente un egoista. Un misogino. Un pazzo. Un incoerente. Un menefreghista.
Un insopportabile lunatico. Un egocentrico. Un inaffidabile. Un esaltato. Un depresso. Un solitario. Uno spiritato. Un posseduto.
Un cialtrone.
Lui ha occhi che vedono la linfa lattiginosa scorrere negli alberi. Il sangue irrorare i capillari.
Lui ha tolto il pesante coperchio di pietra liscia e consumata, da sopra il nero delle anime. Sente tutti i dolori della vita, per non sentirne affatto.
Da lui è iniziato tutto.
Io scrivo questo perchè ho sempre sentito una vocazione missionaria. Quella di aiutare altri ad aprire la porta.
Quella porta che misteriosamente per me si è aperta su di un universo impagabile di poesia e letteratura e musica assieme.
Tanto concentrato e denso da superare il peso specifico del mercurio.
Tanto denso da attrarmi come un buco nero attrae la materia, la divora nel buio assoluto.
Patrick Humphries scriveva così:
"Senza Bob Dylan, il rock'n'roll così come lo conosciamo non esisterebbe.
La sua musica è la sorgente dalla quale sorrono tutti i fiumi e gli affluenti e le correnti delle canzoni moderne.
Ogni flusso e riflusso nella musica popolare degli ultimi quarant'anni possono essere uditi qui.
Queste canzoni a loro tempo hanno cambiato per sempre l'orizzonte musicale. E tutt'oggi vi gettano le loro ombre.
Tutto questo da un uomo solo.
(...)Egli ha dato alla pop music un intero nuovo lessico, portato la poesia nel rock, trasformato irrevocabilmente il profilo musicale, ispirando le future generazioni di musicisti.
La sua importanza come artista va oltre il suo lavoro. Soprattutto è stato un catalizzatore.
Senza l'influenza di Dylan, probabilmente, i Beatles non sarebbero andati oltre "She loves you" e i Rolling Stones sarebbero rimasti una delle tante cover band della south London.
Come Bruce Springsteen sostiene:"Bob ha liberato le nostre menti come Elvis (Presley) ha liberato i nostri corpi!".
Ma non è solo Springsteen a dichiararsi un discepolo di alto profilo di Dylan: REM, Sheril Crow, U2,Elvis Costello, David Gray, Sinead O'Connors, Beck, i Clash,Tracy Chapman, Mark Knopfler, per citarne alcuni, testimoniano la sua influenza nella loro vita e nella loro musica.
E' innegabile che Van Morrison, Joni Mitchell, Neil Young, Tom Waits non avrebbero mai preso in mano una chitarra senza Dylan.
Dylan è la statua della libertà che saluta ogni battello di cantanti e cantautori che prende il mare.
Ascoltare Dylan in concerto, tuttoggi, sbalordisce ancora per l'intensità delle sue canzoni ed è un fatto che oggi, dopo quarant'anni nessun altro riesca a produrre canzoni di tale complessità e profondità.
Nessuno può competere con la sua eloquenza e il suo entusiasmo per le parole.
Questo è un uomo intossicato dal linguaggio, ubriaco della potenza dell'incontro della poesia con la musica.
Dylan ha arricchito il nostro linguaggio, la nostra musica e la nostra cultura.
L'ha fatto con arguzia, intelligenza, con un semplice senso di assoluto genio poetico."
Ecco, sì lo so. E' tanto. Sembra troppo.
Ma se tu senti questa vibrazione che ti mette in risonanza e cadi alternativamente dentro te stesso o là fuori, sai di cosa parlo.
Questa vibrazione di questa voce che contiene l'America, l'Africa, l'Europa del nord e tutti i colori di pelle del mondo.
Questa voce che mi mette i brividi quando le "s" le pronuncia "z" e tagliano come un bisturi anime, corpi, pensieri, amori, dolori.
Una pronuncia del genere, vagamente, ce l'ha Eric Clapton quando canta "..and I say yes (yeszz..) you were wonderful tonite".
Dylan è stato l'unico songwriter che ha avuto la nomination al Nobel per la letteratura per il testo di una canzone.
"Visions of Johanna". Questa è la canzone.
Ma che non si abbia la pretesa di spiegarla. Si può vivisezionare, affettare, guardarla da lontano con il telescopio.
O da vicino con un microscopio. Senza mai svelarla in fondo.
La licenza, ai fruitori della grande poesia universale e eterna consente di godere delle emozioni che essa suscita.
Senza nessun diritto ulteriore, nessuna possibilità di poterla spiegare, dispiegare, possedere.
Non si può proiettare la superficie sferica della terra su una carta geografica. No, non si può.
Quelle carte che noi vediamo e utilizziamo, proiezioni coniche, carte di Mercatore e altre tipologie, sono il prodotto di artifizi.
Sono adattamenti. Compromessi.
Infatti se le usi per la navigazione aerea sulle lunghe distanze devi tenere presente una realtà virtuale e parallela: le linee ortodromiche e lossodromiche. Vuoi gli angoli veri? Vuoi le distanze vere? Entrambe no. Non è possibile.
Vale lo stesso per la poesia. Contemplala da lontano, tenendoti il mento appoggiato sulle mani intrecciate.
Non dispiegarla. Non al prezzo di farne un'altra cosa da quel che era in origine.
Ho letto molto su Dylan.
Possiedo anche la bibbia. La Bibbia di Dylan intendo.(regalo d'Amore) E' un volume enorme, di millecinquecentopagine trechilidipeso. Lyrics 1962-2001.
Incompleto, naturalmente. Le canzoni ci sono quasi tutte.
Con tutte le traduzioni di insigni letterati esperti. Ce ne fosse una che mi va bene.
Non mi trovo daccordo con alcuna.
Non mi trovo nemmeno con tante spiegazioni nelle dotte note a margine, le più fantasiose.
Bisogna accettare il fatto che questo genio straordinario non è commensurabile. Come qualsiasi genio.
Quel che è vero è che attinge a man bassa come un corsaro depreda, come predone saccheggia, come una banda assassina razzia.
Nella storia, nella geografia, nella letteratura, nelle anime, nei corpi, nei Vangeli, nelle miserie dei miserabili.
Nella arroganza e nella opulenza degli ipocriti. Nella fatica del vivere.
Ero un adolescente e ascoltavo "I want you" dal juke box nell'aria fumosa del bar al sabato sera. Il juke box con la rotellona rossa pesantissima per selezionare le canzoni, il vetro inclinato e le etichette ingiallite dei brani scritte a mano.
Gli faceva coppia "Mr. Tamburine Man" nella versione celeste dei Byrds. Che atmosfera, gente!
Venivo rapito da quei suoni anche senza poter capire una sola parola d'inglese:
"The guilty undertaker sighs
the lonesome organ grinder cries
the silver saxophones say
I should refuse you.."
" Lo singhiozza il becchino colpevole, lo macina piangendo l'organo solitario e lo dicono i sassofoni d'argento, che non dovrei riprenderti con me..."Dylan aveva a vent'anni la voce di un uomo fatto e finito. Nel liceo che frequentava in Minnesota, suonava il piano in una band scolastica di adolescenti: un insegnante ha dichiarato di aver udito uscire dalla sua bocca un urlo selvaggio e disumano e di essere "inorridito".
Ha amato tanto quest'uomo ed è stato riamato altrettanto. Ma le due donne fondamentali le ha perse entrambe. Suzie e Sara. Hanno ispirato entrambe, credo, almeno un centinaio di canzoni. Infatti gli espertoni parlano di un "ciclo di Suzie" e un "ciclo di Sara". Poi decine di storie che non gli hanno però riportato la pace che cercava.
Suzie Rotolo, ragazza italo americana con cui ha diviso gli anni al Greenwich Village, in una stanza povera ma che ha contenuto la felicità di un grande amore, Suzie se ne partì per l'Italia per studiare. Non tornò mai più da Bob. Conobbe un italiano e lo sposò. Vive tuttora in Italia.
Botta letale.
Sara gli ha dato quattro figli e ad un certo punto un calcio in culo, meritato probabilmente.
I movimenti pacifisti ne hanno fatto una bandiera, hanno sempre cercato di impossessarsi di lui. Che, invero, non è mai stato vicino a questi movimenti e anzi ne prende le distanze.
Prende le distanze da tutto e da tutti quest'uomo.
Gli impresari gli preparano le scalette dei concerti e lui le cambia sistematicamente sul palco a luci già accese, facendo impazzire i musicisti. Stravolge le canzoni e le rende irriconoscibili al punto che non sai cosa stai ascoltando.
Cancella le tracce, i legami e ogni impronta, ogni giorno.
Ma io immagino la chiappa molliccia del contrabbassista e la sua gambetta che parte e vibra alla frequenza di un ronzio di libellula, quando attacca "Thunder on the mountains".
E sento qualcosa che va oltre la mia immaginazione e la mia capacità di comprendere, quando la sua voce intona "Trying to get to heaven".
E questo mi basta. Mi basta intuire.
venerdì 1 agosto 2008
It's all right Ma. I'm only bleeding
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1 commento:
mi emoziona leggerti.
Forse un giorno ci incontreremo
IPDSS
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