martedì 23 luglio 2013
sogno della notte del 22 luglio 2013 (microonde)
Stanotte ho fatto un sogno. Forse era l'alba, subito prima di svegliarmi. Forse è anche per questo che lo ricordo.
Sicuramente lo ricordo perchè mi ha turbato, mi sono svegliato turbato e il turbamento mi ha accompagnato un po' per tutto il giorno. Mi ha accompagnato quando ho fatto l'aspirapolvere e lavato i pavimenti, quando ho steso la biancheria, quando sono uscito sul balcone a fumare, quando mi sono preparato l'insalata. Me ne voglio liberare. Ne scrivo qui, lo lascio qui. So che ci penserò forse ancora un pochetto quando più tardi andrò a letto. Poi basta. Facciamo che appartiene a questo mondo di squoladivolo e sta bene chiuso qua dentro. Il mondo di squoladivolo è un pianeta lontano, ci vuole un razzo e tanta energia per lasciare la terra e approdare quassù. Non ho energia a sufficienza, e poi come su marte, è controverso che ci sia, ci sia mai stata, dell'acqua. Quassù.
Ho sognato che era forse un pomeriggio. Io ero intento a curare degli arbusti, con poche foglie. Ero vestito come quando si va nell'orto, o come quando si fa la legna nel bosco. Avevo un cappello largo in testa. Stavo su un lastricato di pietra, su di un lato di un'abitazione. A delimitare il camminamento un muretto e sopra di questo un terrapieno pendente, in salita. Sul terrapieno le piante, rade, che dovevo potare. Il terrapieno, scosceso, era ampio un paio di metri e poi, da lì sopra, si innalzava un altro muro, di pietra, Questo muro di contenimento era alto a sua volta un paio di metri e lungo quanto il camminamento, finiva dietro la casa. Questo muro nascondeva una strada, che passava di sopra.
Dalla strada, dietro il muro, ad un certo punto arrivi tu. E ti sporgi un pochino a vedere di sotto.
Ti vedo e faccio come se non ti avessi vista. Tengo la testa bassa e continuo con le mie piante. Questa cosa però mi agita un po'. Anche tu mi vedi. Ci siamo visti. E il tempo si ferma per un attimo e galleggia per qualche istante. Guardi di sotto facendo finta di non avermi visto, fai andare lo sguardo un po' a caso. Come uno che curiosa giù da un muretto, pensando che ci sia qualcosa da curiosare. Probabilmente non sei sola. Rimani lì sopra. E non ci curiamo della presenza reciproca, la situazione però mi fa battere il cuore un po' più forte. E anche a te, io lo sento.
D'improvviso ti cade qualcosa. Vola giù dal muro, leggero, e arriva ai miei piedi. E' una stoffa marrone caffelatte, uno scialle, una sciarpina. Io la raccolgo, e il marrone è invece più scuro. Forse ti è scappato dalle mani. Forse è stato un soffio di vento. Forse l'hai fatto cadere apposta. Io non lo so.
Però, senza sollevare lo sguardo ti dico che non lo riavrai senza scendere di sotto a riprenderlo dalle mie mani. Se lo vuoi vienitelo a prendere.
E tu scendi. Per la prima volta ci troviamo di fronte alla distanza di un braccio.
Ti restituisco la stoffa, tendo il braccio e te la do, senza dirci una parola. Non vedo il tuo volto. Solo la chioma dei tuoi capelli.
Siamo in montagna, ma non vedo le montagne, siamo dietro la casa dei miei, ma non è la casa dei miei.
Decidiamo di passare il pomeriggio assieme e vediamo cose bellissime. Prati verdi, un lago, boschi.
Ad un certo punto ci troviamo molto vicini, l'un l'altro di fronte, Ci sentiamo molto sereni. Un qualcosa ci avvicina e ci attrae. Tu sorridi. E ci baciamo di un bacio infinito. Di un amore risolto. Di una bellezza sconvolgente.
Decidiamo, ma è naturale, che iniziamo una nuova vita. Vivremo assieme. Buttiamo tutto all'aria.
Dobbiamo preparare le cose, partire. Non abbiamo molto tempo. Io devo tornare a casa. Spiegare la situazione ai miei, organizzarmi per andare. Non so se dobbiamo prendere un battello che scende un grande fiume, E' ormeggiato ad un pontile, di là del fiume.
Però a casa la mia gioia si smorza. Sono tutti amareggiati, incazzati, tristi. Ci sono in visita anche i cugini di mio padre che vediamo ogni dieci anni. Sono imbarazzati. Mio padre credo che non mi dica niente. Mia madre, ci pensa lei. Mi dice se davvero voglio per l'ennesima volta buttare a mare la mia vita, che questa cosa l'ho già fatta più volte. Mi dice di quanto male farò alla mia compagna. Io sento un peso, l' angoscia che aumenta, un senso di colpa. Mi schiaccia. Il battello è ancora al pontile. Il sole e la bellezza del giorno sono quelle di prima, ma io non ne sento più la gioia.
Senza neanche averti salutata mi sveglio. La luce filtra dalle tapparelle. Guardo il telefono e sono le otto e e venti. Rimango un minuto nel letto. Poi mi alzo a fare la pipì.
Poi vado in cucina e mi scaldo il caffè con il microonde.
lunedì 21 dicembre 2009
Going going gone
Siamo stati due mari. Tenuti ben separati da un lembo di terra. Quando sembrava non esserci altra via, per non lasciare nulla d'intentato, che in quel mare volevo bagnarmi e riflettermi, ho scavato. Con queste mani, il mio canale di Panama. Ferita acquosa, costretta fra chiuse e paratie. Per mescolare quest'acqua. Con la tua.
Sì, per questo ho iniziato questo blog. Per nessun'altra ragione che non fosse quella di continuare a conoscerti. Perchè nel bene e nel male mi hai segnato.
Ogni riga scritta è stata per te, per me pensando a te.
Se dopo tutto questo tempo e questa colata irriverente di indifferenza. Sono ancora qui. Che mi ritrovo a pensare a certe tue parole.
A quelle profondità di cui non ho scrutato il fondo.
No, mi dispiace. Non sono malato. Nè innamorato. Di te. Per sostenere la rima, volendo, questo è lo iato. Che hai desiderato. Infine ottenuto.
Finisce tutto qui. Dove è cominciato. Una strana notte d'estate, che minacciava temporale.
Mica al tavolo davanti alla vetrina di un Caffè parigino.
Unfriend, mi pare si dica così, quando togli un'amicizia da facebook. Va di moda adesso, flussi e reflussi. Farò anch'io così.
Pur senza essere così avant-garde, come tu sei, on the edge.
Ti saluto con un capolavoro meraviglioso.
Solo per chi sa ascoltare.
Gli altri.
E non solo se stesso.
Mi spiace.
Jamiro
venerdì 20 febbraio 2009
Smaltimento differenziato -differito-
Ciò che resta di un amore finito e l'immondizia, naturalmente, non hanno niente in comune. Nè, i residui di un amore, sono immondizia, per niente.
In comune, forse, c'è che sia i rifiuti che ciò che rimane di un amore morto, escluso ciò che è bene conservare, vanno smaltiti. In modo differenziato.
Prima di tutto l'umido organico. Va smaltito subito. Non si può tenere in casa, sotto l'acquaio, o nel caso dell'amore, sotto al cuscino. Il suo precipitoso deperimento lo rende insopportabile in tempi strettissimi. E quindi l'umido organico d'amore cadavere va tenuto lontano e alienato senza ritardo.
Gli ingombranti più o meno ferrosi vanno smaltiti in quanto tali, proprio perchè occupano uno spazio che non è più il loro, appena possibile.
La plastica e gli imballaggi, rivestimenti e protezioni artificiali dell'amore, vanno smaltiti anch'essi. Ma non sono un gran problema urgente. Ci si rende conto con facilità di quanto siano, siano stati, inutili, o poco utili. Come il cellophane che avvolge le Stelle di Natale. Una volta passato il Natale.
Poi c'è la carta, che impilata e pressata può durare del tempo prima che si manifesti il bisogno di smaltirla. A me spiace sempre un pò. Smaltire la carta.
Poi, infine, c'è il residuo secco. Che contempla tutto il resto. Quando non sai dove mettere qualcosa, beh, quello è residuo secco. In genere non puzza. E allora lo conservi anche a lungo.
Il residuo secco (residuo fisso sull'etichetta delle acque minerali) è anche quel che rimane dopo aver fatto bollire un litro d'acqua a centottanta gradi fino a farla evaporare completamente.
O aver fatto precipitare un amore all'inferno fino a ridurlo in cenere.
Ora io sto chiudendo questo blog scalcagnato e, per finire in bellezza, dicendo quelle cosette che ancora mi andrà di dire, ho pensato che sia luogo adatto, come discarica di inerti, del residuo secco, di quel pochissimo che è rimasto, di una importantissima storia d'amore nel fiore dei suoi anni, tragicamente scomparsa.Un anno e mezzo fa. Ciò che conservo di quell'amore, comunque, è ben di più di quanto mi accingo a smaltire.
Poi siccome la vita è stramba. Quell'enorme calcio in culo che ho preso. Mi ha sparato fra le braccia amorevoli di una donna. Che mi ha fatto innamorare ancora. E oggi, fra mille preoccupazioni e pensieri, sono una persona serena. Che si sente profondamente amata. Non desidero concretamente altre donne che lei, se non per la fantasia erotica di un momento, un pensiero fuggente, un gioco innocente.
Io sto bene, grazie.
Il residuo secco di cui parlo è costituito da alcuni sms. Nella memoria del mio telefono, protesi della mia memoria organica. Pian pianino li ho eliminati quasi tutti per necessità contingenti, di memoria insufficiente. Poi mi sono accorto di aver eliminato, incosciamente, tutti quelli di lei. Ne ho conservati alcuni spediti da me. Ma ignoro i perchè delle scelte, casuali, apparentemente.
Poi mi è parso chiaro che conservare la memoria di un dolore non è un atto di flagellazione, nè brama masochistica di rinnovarlo. E' una catena d'anticorpi. E' evoluzione della specie, co-scienza, clinica della sopravvivenza. Affermazione di sè.
La mia morosa non guarda nel mio cell, nemmeno io nel suo. Ma siccome gli sms portano orari, giorni e mesi, ma non l'anno. Sarebbe antipatico, un giorno, spiegare che quel dato sms è del 2002 per esempio e non del 2009. Ho fatto bene a conservarli. Così so che adesso li posso cancellare. Dopo averli copiati nel blog. Se qualcuno si aspetta atti di vendetta resterà deluso. Essere vendicativo non è nella lunga lista dei miei difetti.
Gli sms sono in un qualche inglese, con scivolate nel dialetto austriaco, stress in italiano, con numerosi acronimi standard, e altri derivati dal lessico familiare.
Italia-Austria, luglio 2001-agosto 2007 (periodo della convivenza propriamente detta, dell'amore profondo e tormentato, della vita vissuta a piene mani).
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12 gen 20.36
we r an old couple in love, but true love is always young. I feel the whole fascination of the love when we r able to concentrate on ourselves and let feelings free. What u say isnt wrong but is the result of being not able to take the life in a lighter easier way.The ingredients 4 get happy we have all, I prefer to see the glass half full then half empty. Am realy sorry I cant make u as happy as I would. And is so bitter to realize that the happiness is just in front that waits to be taken. We dont sometime! Evrthg is possible 4 people in love as u&me. Apropo:ur sms I keep in the gallery of most important! Du danke from the bottom of my heart. Wish u peace and positive future..better with me beside! bacilu
03 mar 13.07
Luk means love u and kisses! apropo:dopo net topo, aber is nice anyway! U make me crazy, lu
10 mar 19.41
its clear I have so less understood about u the last time, your needs and feelings.I trust in our love, so big, this we know! Count on me anyhow anywhere 4ever! ti amo tanto, baci,urs
17 mar 20.28
I would like to build something with u. This is just what I want. A future with u.
18 mar 15.11
wanted only share with u a wonderful music from tv. Makes my heart bumping and squeezes the stomach. The love has the biggest power! Enjoy what u do, wherever u r, whatever u think.Is the best wish I have 4 u. Baci anyway yours.
18 mar 20.34
when I call u I like to speak about love. U made me touch real happyness, so I keep knocking the doorof your hearth. I know u search no answers now, but if u want understand that stupid man u have just to read my sms of yesterday. excuse me but I believe. sleep well, baci!
18 mar 20.53
Sì am a believer. And this is the most important I have learned from u. The will and the believing can move mountains. "If u believe" is not only the song of our love, is the song of my life. Buonanotte.
heart
18 mar 21.09
I know that in the difficulties a real love survives, but needs will and believing. I got both.U made me happy and can do again. Now am unhappy because u r absolutely uninterest of anything. Your happyness is 4 me more important then mine. Believe me or not.I do facts not only speach! Lu
18 mar 21.32
I dont push u as a bad person at all. U know that ur uninterest doesnt concern only about me: is deeper and makes the quality of your life worse. About your love: am supersure u love me deep, otherwise I wouldnt loose my time 4 a love that exist only in me, a one-way love. Read back my sms! Un bacio pieno d'amore.
24 mar 22.44
Ciao amore, tutto bene, arrived now, very tired! Miss u! Lu! Buonanotte
12 mag 22.00
As usual, u will never learn: every discussion u put in question our partnership. I dont push u to stay with me, must be your choice. But one is clear:am a member of ur family only when all goes ok 4 u? When a problem occours am the first that get pushed out from u, always! Yes I have a farmer style and proud of my being: honest, with family sense, andnever tired to believe positively. I do facts, maybe wrong, but I do what I trust. Tutto bene. Sleep well, so do I!
12 nov 21.11
dont play with me. Dont do what u want not is being done to u.
27 mar 16.53
going to the airplane with u in my heart! Bis bald my love, LU!
13 ago 22.03
ciao amore, is there a problem? Hope not! But both your mobile and festnetz r off...could u please give me a ring at any time cause am worried, baci!
14 ago 16.08
I would like that what is happening is only a nightmare, a bad dream, I could wake up and say it isnt true. I remember every minute of traveling from arabia then driving across the nite from roma with much coffe and cigarettes, with the suitcase full of dreams 4 beginning a new phase of our story, with more possibilities and a lot of hope. Now it seems I must be silent 4 not disturb the sense and flavour of the new love coul grow in u. The great feelings of the sweet thunderstorm that shakes the soul, the body from muschi till the hair. That gives power and fills the stomach of butterflies. U r always beauty when u r in love. U dont know how much costs to me dont call u and shout my sadness. Have to fall down again in tousend pieces and it hurts already much. Have a nice mittelaugust fest with the heart light and me far away from your minds, from your new happiness.
22 ago 20.25
Am on the way of the mountain over the city. Where we walked sometime, the wood is dark but the light of the sunset still shines.The silence is perfect. Wish u good night. Ciao. Memi.
- molto spazio disponibile nel mio cell, la soffitta sempre piena di ricodi, un pò più tenui, addociti dalla polvere che vi si posa, che ci soffi sopra e un pò di maliconia riaffiora. Ho fatto fatica ad aprire questa porta.
sabato 27 dicembre 2008
Epitaffio
Cinicamente, e con scaramanzia, eravamo concordi che sarebbe stato meglio essere protagonisti di un brutto processo, piuttosto che di un bel funerale. Sono quelle circostanze che la maggior parte delle persone, fortunatamente, non dovrà vivere. Sono circostanze che capitano se fai certi lavori. E' uno sporco lavoro e qualcuno dovrà pur farlo. E giù le maschere dell'ipocrisia, prego. E via i perbenismi, i moralismi. I voli pindarci dei pensieri utopici disancorati dalla realtà. Gli ingenui pacifismi. I viziosi intellettualismi. Aderire al terreno, bisogna. Confrontarsi con la realtà delle cose. Pragmaticamente. In buona fede, contando sui propri princìpi.
C'è gente che pontifica e arieggia il cavo orale, al primo piano, nel salotto elegante, disquisendo e filosofando di morale e del tessuto della tapezzeria, facendo finta di ignorare che altri, silenziosamente, in cantina, spalano merda dalla fossa settica. Per il bene, ignorato, di tutti gli inquilini del condominio. I quali credono che la democrazia sia un bene dovuto, un diritto automatico. Non è proprio così. Siate coscienti, critici con voi stessi, prima di permettervi di puntare un dito. Non avete il dono del diritto di essere moralmente superiori.
Così, caro Stefano, oggi siamo stati al tuo bel funerale.
Avresti potuto lasciare la pelle in altre situazioni, in altri luoghi. Invece te ne sei andato in silenzio, di notte, nel tuo letto. La tua compagna ti ha scrollato ben bene la mattina, per non farti fare tardi al lavoro. Penso che non volesse credere che non c'eri, improvvisamente, più.
La tua compagna che si trova un bel siluro a due centimetri dal culo. Adesso che sei morto, e che la legittima è, per legge, la tua ex moglie. Alla quale pur volevi bene, penso. La quale godrà tutti i benefici. E se sarà magnanima, se si metterà una mano sul cuore, lascierà alla tua compagna almeno il diritto di continuare a vivere nella vostra casa. Altrimenti essa avrà perso, assieme al tuo amore, semplicemente tutto. E si troverà per strada. Son cose di donne, mi viene da dire. Eh già, mi spiace, ai maschi difficilmente succedono queste assurdità.
Caro Stefano, abbiamo litigato spesso. Senza mai portare un rancore. Sempre sapendo, sotto i baffi, di parlare la stessa lingua, di essere fatti della stessa pasta. Di rispettarci. Di capirci con uno sguardo.
Abbiamo lavorato a contatto per molti anni, sapendo di essere sempre parte della soluzione di un problema, godendo della fiducia che altri non avevano, permettendoci sempre di poter dire una parola in più, senza peli sulla lingua. E questo ci ha reso scomodi, difficili. Rispettati.
Le due lunghe file di nastrini sulle nostre uniformi raccontano una storia. Ne siamo orgogliosi.
Dal kosovo al Medio Oriente, le nostre mani, sulle reciproche spalle, per un arrivederci.
La base chiude trenta minuti dopo il decollo, Stefano, come sempre. Questa volta per te.
Ciao ragazzo.
martedì 23 dicembre 2008
Natale a vista
Questa immaginetta di un angolino di casa mia con Albero Di Natale su sfondo di strumenti di volo è il mio bigliettino d'auguri per chi dovesse trovarsi a passare di qui.
Auguro a costoro quanta più serenità possibile in compagnia delle persone a cui vogliono bene.
Passato Natale me ne andrò nella mia fredda casa fra i monti per stare qualche giorno assieme a mia figlia che da quando è iniziata la scuola ho visto solo due volte.
Poi, ritornando, dovrò pensare bene se continuare l'avventura di questo blog.
Avevo quasi già mollato là , poi mi sono detto che valeva la pena ritentare una volta ancora.
Tentare val sempre la pena, però bisogna anche prendere atto della realtà delle cose.
E la realtà delle cose sta nel fatto che non ho nessun riscontro.
Checchè se ne dica se uno apre un blog è perchè vuole condividere, interagire in qualche modo, tessere la trama di un dialogo non convenzionale.
Io scrivo per il blog, non per me. Ciò che scrivo per me, resta privatamente mio.
E, insomma, scrivere costa una certa fatica. Perlomeno, a me costa, dal momento che non pubblico, con rispetto assoluto s'intende, pensierini del giorno.
Mi piacciono le scaramucce e, se puntute e argute, anche le polemiche. Detesto questo vuoto spinto con al centro le mie letterine. Insomma, gente, il blog è moribondo perchè non viene praticamente letto da nessuno, forse da una persona o due ma non sono certo nemmeno di quello. Insomma, se le cose stanno così, no, non ne vale più la pena. Lo chiuderò ad inizio d'anno e non se ne parli più. Pazienza!
Un abbraccio agli allievi della squola di volo dal Comandante Jamiro
domenica 21 dicembre 2008
India Romeo India Alpha Lima kiss you goodbye
giovedì 18 dicembre 2008
Feuchtigkeit -umidità-
Che belle le librerie sotto Natale. A Londra come a Toronto, a S.Maria di Leuca come a Udine. Mucchi, bancali di volumi, ressa di gente fra le pile e alla cassa.
Ebbene lo confesso, non frequento le librerie. Leggo pochissimo. In genere non compro libri. Ho letto tanto in passato. Oggi mi appassiono con la lettura di etichette alimentari, tabelle nutrizionali, in questo sono informato, sosterrei volentieri a tavola un'interrogazione sulla materia, con qualche barattolo o scatolotto scelto a caso da un commensale stupito.
Non frequento le librerie perchè sto male. Appena varcata la porta mi prende un'ebbrezza. Poi una frenesia. Sopraggiunge l'ansia. Mi tocca tacitare l'impellente urgenza di comprare tutto. E' un'esperienza frustrante, come un coito interrotto sul più bello. Le librerie sono luoghi meravigliosi, paesi dei balocchi. La frequentazione delle librerie è uno dei pochi vizi ai quali riesco a non cedere. Agli altri mi abbandono languidamente come una muchaca argentina al suo tanghèro nel caschè finale di un ballo sensuale. Senza riserve.
Della letteratura sono un fedele non praticante. Mi salva dall'inferno, per l'omissione della pratica, una curiosità fortissima che è un dono di natura (leopardescamente matrigna).
Pochi giorni orsono sono entrato nella bella libreria di un grande centro commerciale. Strenne, balocchi, decorazioni, signore e signori eleganti rendevano l'ambiente molto newyorkese. Chiedo l'informazione che mi serve e poi, dato che oramai ci sono, faccio un giro. Mi sento come un cane randagio affamato a cui si spalancano le porte della cella frigorifera, fra quarti di bue appesi, coratelle, trippe, biancostati. Riconosco molti titoli recensiti, altri mi attirano come i feromoni dell'ape regina soggiogano le operaie. Saltabecco senza criterio da un tavolo all'altro. Non comprerò niente, mi dico.
Poi, in lontananza, scorgo al vertice di una piletta leggermente più bassa delle circostanti, una copertina che si alza come la punta della scarpa di Alì Babà, una iperbole modesta ma significativa, che un acuto osservatore, e io mi ritengo un acuto osservatore, non può non notare. Le copertine con le orecchie, (ci ricordiamo le nostre vecchie care maestre, Gelmini ante litteram ?) vengono ai libri sfogliati frequentemente. Sfogliati, ho detto, e non letti. E quando le orecchie vengono ai libri nuovi significa che hanno attirato parecchi curiosoni.
Il libro in questione, fatti cinque passi mi era chiaro, è "Zone Umide" di Fraulein Charlotte Roche. Ahhh ecco l'nteresse, da dove viene. Avevo già letto alcune cose, tutte positive, mani dei recensori spellate dagli applausi, fanno a gara per sdoganare le visioni endoscopiche, i sieri e le secrezioni dall'antro del proibito e elevarle, finalmente, a espressione artistica, pur di non apparire conservatori o bigotti. Personalmente, quel tipo di scrittura, come metodo, mi piace. Mi piace la descrizione analitica, minuziosa, il protocollo anatomopatologico applicato alla scrittura, il processo descrittivo asettico. E' una piattaforma di lancio formidabile per poter poi colpire in profondità le sensibilità e, a volte, le coscienze. Dico questo, perchè mi interesso di bassa macelleria, e perchè devo secernere un muco che mi protegga dalle porcherie che andrò a dire.
La nostra cara Carosella, lei medesima, aveva intinto la sua elegante penna nel calamaio per parlare di questo libro complicato. Complicato da molti punti di vista, anche pratici, quali la sua collocazione nella libreria di casa sotto il naso dei nostri figli adolescenti. Il mio angolo monotematico, dedicato alle turpitudini, è abbastanza in bella vista affinchè mio figlio ne possa usufruire senza troppi sensi di colpa, che sicuramente proverebbe qualora dovesse ogni volta profanare il nascondiglio di papà per leggere le cose tabù. Così, nella libreria Ikea, a fianco di manuali di pilotaggio e strumenti di volo, assieme, trovano posto l'autobiografia di Rocco Siffredi, Tropico del cancro, L'altro lato del sesso, Sguardi di uomo corpi di donna -fenomenologia del seno nudo-, Indovina chi viene a letto (forse il più importante compendio scientifico divulgativo sulle fantasie sessuali), i fumetti di Milo Manara eccetera.
Leggo le prime tre paginette di "Zone Umide" e poi salto alla settantatrè, sono fatto così. Mi sono fatto un'idea, comunque. Mi piacerebbe leggerlo ma non lo comprerò, manterrò fede ai buoni propositi. Ah che belle le librerie inglesi dove puoi tranquillamente sederti sulle poltroncine messe lì apposta per i clienti. Sfogliare o leggere il tuo libro preferito per tutto il pomeriggio e poi decidere se acquistarlo o meno. Anni fa ad Oxford passavo giornate intere in questi luoghi confortevolissimi e silenziosi, con il mio bel mucchio di libri che avevo setacciato fra migliaia, accomodato in poltrona sotto una luce tenue. Ho passato fra le mani quasi tutti i libri di fotografia, quelli di anatomopatologia forense (per un periodo ho avuto la fissa), le pubblicazioni più impensate e strane.
Ci sono molte cose che mi scandalizzano. Ma per lo più non sono quelle che appartengono al comune senso della morale, intesa nel suo senso rigido e anacronistico. Non mi disturba la pornografia, intesa nell'accezione comune e lasciando da parte semantica e etimologia, anzi mi interessa e la frequento, purchè ci trovi qualcosa di stimolante. Penso che, per la gran parte, le si possano attribuire aggettivi come monotona, ripetitiva, meccanica, anerotica, stereotipata. Ma il mare è magno e occorre saperci navigare dentro. Dal punto di vista del vivere, invece, trovo un tipo di pornografia assai interessante: la pornografia intellettuale e sentimentale. Che può avere attinenza pressochè nulla con la sessualità. Dove voglio arrivare?
Tempo fa ho scritto un raccontino breve. Mi frullava nella testa da tempo e una successione di avvenimenti è stato il pretesto per scrivere in un lungo pomeriggio un paio di paginette. E' stato un esperimento non facile. Mettermi alla prova al limite della mia immaginazione. Scrivere una storia pornografica a trecentosessantagradi, portarmi sul baratro. L'ha letta, la storiella, una sola persona e il feed back non è stato positivo, credo che sia rimasta scioccata, per vari motivi. Non è scritta un gran che bene, in effetti, ma quello che mi interessava era il parallelismo fra, come scrissi, "una pratica sessuale estrema e improbabile e una pratica sentimentale, invece, purtroppo, quella sì, assai probabile". Qual'è la vera pornografia? Cosa urta di più? La storia è dura, durissima. La terminologia pure.Può evocare fantasmi, provocare repulsione, eccitazione ma, alla fine, ci sarà la possibilità di raggiungere l'hard core, nel senso di nocciolo della questione passando per il bancone del macellaio? O bisogna per forza rispettare l'etica di buoni-buonini-cattivini sentimenti? L'esperimento mi sembrava fallito e pertanto abbandonato.
Ora esce questa ragazzotta tedesca che sulle sue secrezioni corporee e sulle sue emorroidi costruisce un best seller, vende una montagna di copie, fa parlare di se -complessivamente molto bene- e dal suo sedere i lettori raggiungono l'hard core, il nocciolo della questione narrativa e filologica . Bene benissimo.
Detto che non sono un esibizionista (cioè solo per quel quid che accomuna i bloggers). Detto che nè mi posso o voglio paragonare con la Signorina Roche sul piano artistico. Detto che sono un cialtrone. Detto che provo vergogna (eh sì, da piccolo ho fatto il chierichetto). Però qui si prova che il mio esperimento non era del tutto sbagliato, mi sembra. Vorrei una conferma.
Io vorrei postare quel raccontino. Ma lo farò solo se la maggioranza di quei quattro gatti che leggono il blog (e sono proprio quattro di numero) me lo consentiranno. E mi daranno gentilmente un cenno esplicito. Eppoi un commento che non siano le solite espressioni monosillabiche (e che per quello non pubblico). Il contenuto non è adatto ai minori e, per questo, se lo posto, resterà in evidenza solo per alcuni giorni affinchè possa essere letto e poi rimosso.
Non mi sono mai posto in maniera interattiva sul blog, non ho mai chiesto interazioni. Lo faccio questa volta e potrebbe essere l'ultima (non è una minaccia).
Buon Natale a tutti,
Jamiro